Nuova biblioteca
LA NUOVA BIBLIOTECA DI FERNO
IMMAGINARE UN LUOGO
Perché immaginare una moderna biblioteca per la comunità fernese?
Qualcuno potrebbe chiedersi se, con l’avvento delle nuove tecnologie, ha ancora senso avere delle biblioteche piene di libri, quando è possibile trovare ogni informazione (utile o inutile che sia, vera o fake news che sia) in internet.
Se volessimo una biblioteca come siamo abituati a vederne, direi che non ha senso costruirne una nuova.
La rete digitale sta diventando sempre più il luogo dove reperire informazioni.
Questa modalità massiva di acquisizione delle informazioni, nel tempo sta portando i grandi portali del web a trasformare la disponibilità di “conoscenza” in un business. Ovvero, per accedere a qualsiasi notizia occorrerà pagare. Già si stanno profilando leggi internazionali sul copyright che vanno in questa direzione.
Non si vuole, in questa sede, sindacare sulla possibilità per chi possiede una informazione di renderla pubblica dietro compenso.
Ma è opportuno valutare quale impatto questo avrà nel futuro.
In un futuro non molto lontano, possedere le informazioni, poterle gestire e dispensarle solo a chi può permettersi di acquistarle, limiterà il possesso di un bene primario come il “sapere”. Questa disponibilità di notizie e la possibilità di esserne i soli dispensatori, sarà una della fonti primarie del Potere.
Allora ecco l’esigenza di creare nuove formule di condivisione democratica della conoscenza.
L’invasione del digitale in tanti comparti della nostra vita ha generato un ripensamento di una nuova tipo-logia di edificio pubblico destinato al sapere.
Oltre a ciò vi sarà il rischio che la condivisione dell’informazione, discuterne, ragionare su di essa solo in un mondo virtuale contribuirà alla diminuzione della socialità (già sperimentata per altre cause in questo periodo).
Ecco allora l’idea di costruire una biblioteca a Ferno, ovvero, immaginare un luogo dove il sapere, la cultura, in ogni sua forma (cartacea o digitale) sia disponibile sempre per tutti e che diventi il centro pulsante della vita culturale e sociale del paese che stimoli gli abitanti a sentirsi parte attiva del paese, a consolida-re il proprio legame con la comunità e il territorio e contemporaneamente dia la possibilità di aprirsi verso la globalità della comunicazione, dell’informazione e del sapere.
La realtà di paese non deve continuare ad essere percepita come qualcosa di limitante: la biblioteca in questo senso può essere l’esempio di come un luogo sia capace di conservare la tradizione, le informazioni locali e i saperi popolari e al tempo stesso fornire la possibilità di crescita culturale in modo potenzialmente illimitato (inter prestito provinciale, documenti on-line, materiali multimediali, etc).
Ecco allora che, a fianco delle biblioteche (soprattutto quelle storiche) come le abbiamo sempre viste, iniziano a nascerne di nuove, più innovative sia nei servizi offerti all’utenza sia nell’architettura.
In breve una moderna biblioteca, se così possiamo ancora chiamarla, deve essere un “centro di diffusione della conoscenza e dell’informazione”, “strumento di accesso e di orientamento nell’universo multi-mediale”, “spazio di aggregazione sociale”, “catalizzatore urbano di promozione di politiche culturali”. Per raggiungere questi obiettivi è indispensabile, quindi, ripensare alla “qualità degli spazi” ed alche l’ar-chitettura dell’edificio diventa un elemento essenziale di questo percorso.
Un posto, insomma, dove sia bello andare e trovare “nel medesimo luogo un’offerta (di prodotti o di servizi) molto più ampia e variegata di un tempo”.
L’ASSESSORE IL SINDACO
ALLA CULTURA Filippo Gesualdi
Sarah Foti